Sulla soglia di un’insolita primavera
Il diario di un’esperienza realizzata nell’Istituto onnicomprensivo di Orte Scalo, in provincia di Viterbo, dove la sospensione delle lezioni costringe ad inventare i modi necessari per dare continuità a un bel progetto di integrazione di alunni stranieri.
Oggi vogliamo raccontare una delle tante storie fiorita in una scuola di Orte Scalo in provincia di Viterbo. L’Istituto Omnicomprensivo, che oggi combatte come tutti la grande sfida della pandemia di COVID-19, ospita da circa tre anni il progetto “Il Filo degli Aquiloni”, nato con la volontà di favorire l’integrazione degli studenti stranieri frequentati le scuole di ogni ordine e grado dell’istituto. I ragazzi coinvolti sono circa una quarantina provenienti da Paesi terzi e seguiti da un gruppo di 6 educatori della Cooperativa sociale Gli Aquiloni. In quella che oggi chiamiamo con tanta premura quotidianità, quell’avvicendarsi di giorni ordinari che oggi auspichiamo tornare il prima possibile, quando il cortile risuona delle grida di bambini e ragazzi, il bianco dei gessi sporca le aule e ci si abbraccia per un saluto, il gruppo si riunisce due volte a settimana per un totale di quattro ore. Le attività svolte, pensate per assistere gli studenti nel consolidamento dell’apprendimento della lingua italiana e a prendersi cura delle loro storie, si avvale di più linguaggi: danza, sport, pittura, musica, giochi didattici, attività orientate alla conoscenza di sé e della propria emotività. E quindi colori, suoni, passi, parole, emozioni sono i mezzi con cui ogni giorno proviamo a costruire il nostro cammino condiviso, bambini, ragazzi ed educatori.
La sospensione delle attività didattiche ha allontanato anche le nostre mani. Il cortile si è svuotato, pennarelli, cartelloni, materiale sono stati riposti con cura nell’armadio in attesa del ritorno. Almeno un mese di sospensione: è sembrato come rimanere in apnea.
Era chiaro che quello che dovevamo fare per dare anche sostegno a chi in ospedale non riusciva a farlo, per scacciare le paure e dare forza al nostro mondo, era respirare e con il nostro soffio continuare a far volare alti i nostri aquiloni. Ci siamo così messi in moto per non continuare a distanza le nostre attività. Già da tempo avevamo creato un gruppo whatsapp tra educatori e ragazzi, era il momento di scoprire alcuni direbbero la potenza della tecnologia, noi asseriamo la potenza della parola. Fin dal primo giorno questi ragazzi che si trovavano spaventati dall’interruzione dei loro ritmi, delle loro abitudini, insieme ai loro fratellini più piccoli sono stati coinvolti in una serie di attività a distanza:
- La scrittura di un diario giornaliero: ognuno, a partire dagli educatori, ha il compito di tenere un diario, dove annoti un pensiero, una parola, una frase che rispecchi semplicemente il suo sentire. Chi vuole può poi postare la foto sul gruppo e condividerla con gli altri
- Assistenza nelle attività didattiche: i ragazzi a cui sono stati assegnati i compiti possono avvalersi dell’aiuto degli educatori per svolgerli. Audio di 5 minuti sull’importanza della scrittura in Platone, correzione di temi, immagini di Discoboli, alternati a immagini di che cosa stanno mangiando a merenda, foto di elissi che ai più sembrano le parabole delle televisioni, è quanto sta circolando in questi giorni sul nostro gruppo
- La sfida degli arcobaleni: attività che ha raggiunto l’entusiasmo soprattutto dei più piccoli… e quindi degli educatori! mentre ha lasciato un po’ diffidenti parte dei ragazzi, soprattutto quelli che pensano che l’arcobaleno è da femmine se lo disegni, ma che poi lo covano dentro e ce li regalano con i loro sorrisi. Chi ha partecipato ha realizzato in alcuni casi disegni di arcobaleni con il messaggio: Andrà tutto bene, in altri casi originale arcobaleni composti con oggetti rinvenuti a casa. I tratti distintivi dei risultati sono stati i colori usati che talvolta non rispecchiavano quelli effettivi dell’arcobaleno, ma quelli del modo di essere di ciascuno… e gli errori della grammatica della tenerezza commessi da parte dei più piccoli che ci regalano la possibilità di sapere che al nostro ritorno abbiamo ancora tanto lavoro da fare.
A volte l’attività proposta si limita a chiederci solo come stiamo, se la notte è passata insonne, se i nostri sogni sono ancora sul comodino, o anche a soffiare in silenzio per sospingere in alto i nostri aquiloni nell’attesa di ritrovarci sulla soglia di questa insolita primavera. I risultati attesi ed ottenuti? C’è chi partecipa di più, chi rimane un po’ in disparte, ma i pensieri di tutti fanno rumore in giorni in cui il silenzio si mangia le strade; ai lati delle quali, come i nostri bambini e ragazzi, si innalzano ciliegi: alcuni ci porgono gemme, altri hanno i rami ancora vuoti, altri vanesi mostrano già i loro fiori. Il patto è: mai dubitare che fioriranno, anche in questa insolita primavera.